martedì 31 ottobre 2017

Ti bruciamo vivo. La minaccia del candidato M5S al capogruppo PD Rosato

Con gli insulti a Rosato, la violenza insita nel codice genetico grillino è riemersa in tutto il suo squallore

Ci risiamo. La violenza insita nel codice genetico grillino è riemersa in tutto il suo squallore. Il protagonista non è uno dei tanti odiatori vicini al Movimento che infestano la rete, i social network, le piazze virtuali. E’ un signore di nome Angelo Parisi, che il candidato alla presidenza della Sicilia Giancarlo Cancelleri vorrebbe in squadra per governare una delle regioni più grandi e importanti d’Italia. La chiusura del suo profilo Twitter non ha, purtroppo, cancellato dalla banca dati collettiva la rassegna di cinguettii intrisi di violenza, che fanno di lui il prototipo ideale del grillino comune.
Tra le tante, deliranti, prese di posizione – in particolare contro i giornalisti – spicca un indegno messaggio indirizzato ad Ettore Rosato, capogruppo del Pd alla Camera. Ci fa ribrezzo pure riscriverlo, ma lo facciamo per dovere di cronaca: “Rosato facciamo un patto. Se questa legge sarà cassata dalla Consulta noi ti bruciamo vivo”. Parole raccapriccianti, specie se pronunciate da un personaggio che potrebbe, a breve, occuparsi in maniera diretta della cosa pubblica, pagato con i soldi dei cittadini siciliani.
Il commento di Ettore Rosato alle minacce ricevute

La reazione dello stesso Rosato non si è fatta attendere. Ma più che una risposta a tono, quello del presidente dei deputati dem è un appello: “Leggere quella frase mi fa male. Per la mia famiglia, per i miei figli. E perché non l’ha scritta uno qualsiasi. Vi rendete conto di quanta meschinità umana? Le elezioni si vincono e si perdono, è la vita. Ma quando si perde la dignità è difficile recuperarla. Cari amici 5 stelle, con il vostro linguaggio squadrista state distruggendo la discussione politica. Caro Grillo, caro Di Maio, fermatevi. Siete ancora in tempo. Restate umani, almeno voi“.Difficile che questo appello verrà raccolto da un movimento che si inserisce ed alimenta un contesto addirittura mondiale, fatto della teorizzazione dell’odio come strumento di lotta politica. L’allarme è drammatico e riguarda il web in senso lato. Un mondo ormai intriso in maniera irreversibile di haters e di fake news, due fattori inscindibilmente legati. Un quadro in cui la comunicazione pentastellata, fatta di ingiuri, demonizzazione e discredito fisico e morale è perfettamente a suo agio. Il dramma è che questo linguaggio costruito sull’insulto e sul pestaggio, prima o poi, potrebbe indurre qualcuno a prendere tutto questo sul serio e passare dalla teoria alla pratica.

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