sabato 28 ottobre 2017

#ITALIA 2020 - Gentiloni: “Una squadra unita, credibile e ambiziosa per il governo dell’Italia”

Il Presidente del Consiglio chiede al PD di essere ambizioso.
L'intervento di Paolo Gentiloni alla Conferenza programmatica nazionale del PD

È un po’ la giornata dell’abbraccio fra Paolo Gentiloni e il suo PD. Proprio "casa sua", come dice Matteo Renzi.
Come da programma il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni giunge a Pietrarsa intorno alle 18:00, ad attenderlo Matteo Renzi con cui si salutano caldamente, scherzando anche con i giornalisti che li provocavano sui loro dissidi.
Prima dell’intervento in plenaria per Gentiloni c’è anche il tempo di salire sul treno PD, dove insieme a Matteo Renzi ha voluto salutare i militanti attraverso una diretta Facebook.
Ma è il discorso in plenaria l’evento più atteso della giornata, e Gentiloni non delude. Come dice all’inizio del suo intervento si “leva la giacchetta di Presidente del Consiglio” e parla di partito, di futuro.
Per il Presidente del consiglio “dalla forza di una sinistra di governo dipende il futuro del Paese, e solo un Pd unito, credibile, ambizioso e competitivo può governare“. Gentiloni parla di credibilità, quella dimostrata in questi anni di governo – qui torna ad essere Presidente del consiglio e cita le cose fatte durante il suo governo e quello presieduto da Matteo Renzi – ma parla di ambizione.
E’ ambizione la parola chiave del suo intervento, perché “solo essendo ambiziosi si può riaccendere l’entusiasmo delle persone, dobbiamo ridare la speranza al nostro popolo. Questo stiamo facendo, anche con iniziative come questa di Napoli o con la campagna d’ascolto per l’Italia”. Gentiloni ha voluto chiaramente dire cosa è il PD: “Chi siamo noi del PD? Siamo la sinistra di governo. A 30 anni dalla caduta del muro essere di sinistra significa avere i propri valori, ma non guardare al passato. I valori non devono essere la coperta di Linus per non accettare le sfide. La sinistra che noi abbiamo in mente accetta le sfide, e spesso le vince. La sinistra che abbiamo in mente è riformista, non ha paura ad attivare un percorso di riforme, come abbiamo fatto in questa legislatura”.
Ma cosa serve al PD per vincere, perché “nel pantheon del PD non c’è De Coubertin: noi siamo qui per vincere e governare“.
Per il Presidente del consiglio servono “spalle larghe, poche chiacchiere, gioco di squadra, e soprattutto: unità. Lo dico ai tanti sostenitori delle nostre divisioni. Abbiamo bisogno di gioco di squadra e di unità. Un partito di governo che discute di programma, di politiche per il Paese è un fatto di estrema democrazia e di grandissima importanza. Il primo punto su cui concentrarsi è la nostra identità. I cittadini vogliono capire chi siamo, che identità abbiamo”.
Unità perché “l’Italia ha innanzitutto il bisogno di essere rassicurata. Il Paese ha bisogno di fiducia, che lentamente la fiducia sta ritornando, ma non dobbiamo credere che questo ritorno abbia rimarginato le ferite che hanno creato gli anni della crisi. La fiducia è qualcosa che va curata, accompagnata con i fatti e con le idee”.
E sulla formazione della coalizione in vista delle prossime elezioni: “Dobbiamo dire con forza che proprio ora che conosciamo le regole del gioco per la prossima competizione elettorale, proprio adesso – caro Matteo, con la tua leadership – dobbiamo darci l’assetto più forte e competitivo, il che vuol dire un assetto largo, aperto verso il centro e verso la sinistra”
Poi un chiaro messaggio per la fine di questa legislatura: “Io sono certo che il PD non consentirà, anche in una situazione parlamentare fragile, di dissipare i risultati acquisiti in questi anni. Dobbiamo terminare il percorso e confido che in questo percorso continueremo ad avere la guida del presidente Mattarella”.
E con orgoglio si domanda: “Chi altro può rappresentare degnamente in Europa l’Italia se non un governo democratico con il PD che lo guida. Senza far polemica nessuno può. Noi sentiamo l’Europa casa nostra, la nostra campagna nel 2018 sarà per l’Europa e non contro l’Europa. Le campagne contro le facciamo fare ad altri”.

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