domenica 4 giugno 2017

L'intervento del Sindaco Iseppi in occasione del raduno degli Alpini a Casola Valsenio

Pubblichiamo l'intervento del Sindaco Nicola Iseppi, pronunciato nel parco Giulio Cavina, accanto al monumento ai Caduti, in occasione dell'annuale raduno degli Alpini, organizzato dal Gruppo Alpini di Casola Valsenio.

Care cittadine, cari cittadini,
Cari rappresentanti delle associazioni qui presenti
Carissimi Alpini,
Ringrazio tutti voi per essere qui in questa giornata particolare, il raduno annuale dei nostri alpini, che con la loro presenza e dimostrazione costante di attenzione rendono più forte e bella la nostra Comunità.
Oggi, davanti al monumento ai caduti di tutte le guerre, celebriamo come sempre solennemente questa manifestazione, ricordiamo gli alpini “andati avanti” e festeggiamo anche la Festa della Repubblica che solitamente rientra nelle giornate, anche se è passata da soli 2 giorni..
Il monumento, accanto al quale ci ritroviamo, opera dello scultore Cleto Tomba, venne eretto nel 1923 per rendere omaggio e per assicurare il ricordo dei 116 soldati casolani caduti nella Grande Guerra.
4 giugno 2017, gli Alpini in Piazza Luigi Sasdelli, accanto alla sede del Gruppo ANA

La gran parte di loro, erano giovani e giovanissimi.
Pensate che nel 1917, dopo la disfatta di Caporetto, venne mandata a combattere la classe 1899: ragazzi che avevano appena 18 anni!
Solo 5 anni prima dell’apposizione di questo monumento, il 4 novembre 1918, era terminata la prima guerra mondiale. La chiamarono appunto la “Grande Guerra” e fu combattuta lungo il nostro confine orientale, contro l’impero austro-ungarico.
Si combatté ferocemente e atrocemente sulle montagne e nelle valli alpine, nel fango delle trincee, con gli assalti all’arma bianca.
Si consumavano le vite umane con la stessa facilità con cui oggi si consuma una pallottola in guerra.
Pensate che non esiste un conteggio esatto dei caduti in quella Guerra. Le cifre attendibili si attestano sui 37 milioni di persone fra civili e militari, numero che sale a 65 milioni se si contano anche le vittime dell’influenza spagnola, epidemia che fu portata proprio dalla guerra…
L’Italia nella 1° Guerra Mondiale perse 1.240.000 cittadini, pari al 3,5% della popolazione di allora, un numero che oggi equivale ai residenti di Marche e Umbria.
Alla Prima Guerra Mondiale gli Alpini, i “figli dei monti” come li chiamava Cesare Battisti, parteciparono con 88 battaglioni e 66 gruppi di artiglieria da montagna per un totale di 240.000 alpini mobilitati, per un contributo finale di 120.000 fra morti, feriti e dispersi.
Il famoso scrittore inglese, Kipling, che perse l’unico figlio sul fronte francese, espresse questo giudizio sugli Alpini: “Forse la più fiera, la più tenace fra le Specialità impegnate su ogni fronte di guerra. Combattono con pena e fatica fra le grandi Dolomiti, fra rocce e boschi, di giorno un mondo splendente di sole e di neve, la notte un gelo di stelle. Nelle loro solitarie posizioni, all’avanguardia di disperate battaglie contro un nemico che sta sopra di loro, più ricco di artiglieria, le loro imprese sono frutto soltanto di coraggio e di gesti individuali. Grandi bevitori, svelti di lingua e di mano, orgogliosi di sé e del loro Corpo, vivono rozzamente e muoiono eroicamente”.
La prima guerra mondiale è stata, pur con il carico di sofferenza e di dolore che ha portato con sé, l’atto conclusivo del processo unitario della nazione italiana.
Durante la Seconda Guerra Mondiale gli Alpini conquistano altre glorie. Sono presenti su cinque fronti di guerra assai diversi: sulle Alpi Occidentali, in Grecia, in Jugoslavia, in Russia e, infine, dal settembre 1943 durante la Guerra di Liberazione d’Italia per riconquistare la libertà e l’indipendenza nazionale.
La seconda guerra mondiale conta circa 40 milioni di morti in Europa fra civili e militari per 110 milioni di persone mobilitate per le attività belliche.
Numeri incredibili che fanno rabbrividire.
Quando penso ai miei ricordi di oltre 25 anni fa, tutti guardavamo con stupore il macabro spettacolo della prima Guerra in diretta TV, quella in Kuwait. Lì si impegnarono 900.000 uomini e 650 furono i morti.
Quindi alpini, soldati, civili, uomini, donne e bambini.
Tantissimi, troppi, hanno sacrificato la propria vita per donare a noi libertà e sicurezza.
Un tempo questo monumento portava i nomi delle persone cadute nella Grande Guerra, oggi per noi questo monumento è dedicato ai caduti di TUTTE le guerre e per questo motivo, per la storia breve del secolo passato che ho appena raccontato, per i valori che conserva, occorre portargli il massimo rispetto.
Questo soldato rappresenta tutti loro, un angelo di bronzo poggiato su una colonna di pietra, che probabilmente riposa, stanco di queste assurde guerre.
Il monumento non è sempre stato qui, fino alla fine degli anni ’50 il monumento si trovava nel Viale della Rimembranza (il nome della via ricorda appunto quella posizione), dove 52 cipressi – che ora non ci sono più – ricordavano i caduti in battaglia insieme ad una doppia fila di 64 lecci – che invece questi vi sono ancora fra i parcheggi – che ricordano i morti a causa delle ferite riportate nella Grande Guerra.
In seguito è stato trasferito nella posizione attuale.
Per tutti noi la vera e propria unità della nazione, l’integrità territoriale dell’Italia, lo spirito e l’orgoglio italiano si è affermato compiutamente con la Resistenza e la Guerra di Liberazione nel 1945, con il referendum del 1946 e con la pubblicazione della Carta costituzionale nel 1948.
E oggi, infatti, celebriamo anche la Festa della Repubblica , nata il 2 giugno 1946, a seguito di tutti questi eventi tragici che hanno visto la grande partecipazione degli Alpini.
Vinse la Repubblica con SOLO il 54% dei voti, grazie al grande contributo – va detto e ricordato - delle Regioni settentrionali e della grande spinta che diede la nostra Regione con il 77% di consensi repubblicani.
A Casola il consenso per la Repubblica fu molto alto, su 3.311 elettori, al voto si recarono in 3.058 (92%). 287 schede bianche, 20 nulle. I voti validi furono 2.751, alla Repubblica andarono 2.046 voti (75%) alla Monarchia 705 voti (25%).
Ricordiamo volentieri che quelle furono le prime elezioni a suffragio universale, solo 70 anni fa le donne non votavano in questo Paese!
Da allora in Italia stiamo percorrendo un lento processo di modernizzazione e di giustizia sociale recependo quei diritti fondamentali scritti nella Costituzione che ci permettono di accettare la libertà altrui come misura della propria: la libertà nelle differenze di culture, di credo politico, di religioni, di orientamento sessuale.
Libertà, ma anche rispetto. Abbiamo bisogno tutti di recuperare il giusto rispetto per lo Stato, verso le istituzioni e soprattutto verso i beni pubblici.
Io credo che abbiamo bisogno di ampliare le nostre vedute, aprirci ancora di più agli altri e al diverso, studiare per migliorare il nostro senso civico e la nostra integrazione europea per continuare a festeggiare compiutamente la nostra Repubblica in base a quei valori che ci hanno lasciato i tanti caduti in guerra e i nostri Padri costituenti.
Come Amministrazione ci impegneremo a fare di più, a fare la nostra parte per Casola Valsenio e soprattutto per i nostri giovani.
Oggi siamo qui per confermare e rinnovare il nostro impegno e crediamo sia il miglior contributo che possiamo dare, che ognuno di noi può dare, per celebrare la Repubblica, per difendere l’unità nazionale e i principi di libertà e democrazia sanciti dalla Costituzione.
Ringrazio personalmente, e a nome di tutto il Consiglio comunale, Valerio Rossi e tutti gli Alpini di Casola Valsenio, per il loro instancabile impegno civico nei confronti della nostra Comunità e del bene comune.
Senza il loro apporto, le loro segnalazioni, le loro critiche e, soprattutto, le loro molte ore di lavoro a beneficio della comunità, non sarebbe possibile assicurare gli stessi servizi ai cittadini.
Complimenti per la bella festa e sinceri auguri per la continuazione del raduno.
W la Repubblica, W l’Italia, W gli Alpini.

Il Sindaco Nicola Iseppi

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