lunedì 7 maggio 2018

M5s-destra, sfida a Mattarella

M5s e Lega chiedono il voto anticipato. Le uniche date possibili sono a luglio, ma un voto in piena estate ostacolerebbe la partecipazione. Il PD: “Chi chiede il voto in estate non ha a cuore la democrazia”

Nel giro di pochi minuti sono arrivate le prime reazioni alla proposta del capo dello Stato di varare un esecutivo neutrale che possa governare pienamente, dunque senza i limiti di un governo dimissionario, fino al massimo a dicembre per poi lasciare il campo libero a nuove elezioni. Nelle intenzioni di Sergio Mattarella laddove si formasse nei prossimi mesi una maggioranza parlamentare, questo governo di servizio si dimetterebbe per dar vita a un governo politico. Se l’intesa non dovesse arrivare allora il governo neutrale concluderebbe la sua attività a fine dicembre, dopo la manovra economica, per poi tornare al voto. L’alternativa è indire immediatamente le elezioni: per votare a giugno, come chiesto dal M5s, non ci sarebbero i tempi tecnici, mentre sarebbe possibile a luglio ma, fa notare il capo dello Stato “fin’ora è stato evitato perché per gli italiani è difficile esercitare il voto”, per questo  “si potrebbe fissare in autunno”.
Il primo a dire no è il M5s per bocca del capogruppo al Senato, Danilo Toninelli. “Pur senza avere pregiudizi sulle persone, non possiamo permettere che delle persone che non hanno una legittimazione popolare, che non sono passate dalla competizione elettorale, possano andare a gestire e a risolvere i problemi”. Poi è arrivato anche il tweet di Luigi Di Maio. Per il capo politico dei Cinque Stelle un governo neutrale è sinonimo di “governo tecnico”. E chiede di tornare a votare a luglio.

A stretto giro arriva la dichiarazione di Matteo Salvini: “È fondamentale che il voto degli italiani sia rispettato. – ha ribadito il leader leghista – Quindi o un governo del centrodestra, oppure elezioni il prima possibile, per la prima volta in estate. Non c’è tempo da perdere, non esistono governi tecnici alla Monti, contiamo che Berlusconi mantenga la parola data e abbia la nostra stessa coerenza, poi gli italiani ci daranno la maggioranza assoluta e cambieremo l’Italia da soli”.

Poco prima anche Giorgia Meloni aveva detto che Fdi non ha alcuna intenzione di sostenere un governo “neutrale nato in laboratorio”. “Non ci è francamente chiaro – aggiunge Meloni – perché  il Presidente della Repubblica voglia verificare in aula se un Governo di sua emanazione abbia o meno la fiducia del Parlamento ma non abbia voluto verificare se chi ha vinto le elezioni riuscisse a trovare quella stessa fiducia nelle Camere. Questo tabù di dare l’incarico al centrodestra è per noi incomprensibile e non condivisibile”.

In serata Maurizio Martina ha dichiarato che il PD “condivide il richiamo alla responsabilità del presidente Mattarella” e “non farà mancare il suo sostegno all’iniziava preannunciata ora dal presidente”.  Più duro l’intervento di Matteo Orfini che replica ai no di Salvini, di Maio e Meloni. “Ritengo irresponsabile chi ritiene di poter rispondere trascinando il Paese al voto in piena estate – dice il presidente del PD – Chi chiede il voto in estate non ha a cuore la democrazia perché far votare il paese a luglio significherebbe impedire a una parte del Paese di votare e sarebbe quanto di meno democratico possibile. In più – spiega – non si avrebbe la garanzia di evitare l’aumento dell’Iva e i guasti che una operazione del genere porterebbe. Trovo assurdo che qualcuno provi a giustificare il proprio fallimento facendone pagare il prezzo ancora una volta agli italiani. Spero che la notte porti consiglio”.

Anche Forza Italia ha espresso perplessità circa il voto a luglio. In una nota ha fatto sapere che, in ogni caso, “valuterà la posizione con gli alleati, tenuto conto degli impegni presi tra i leader” ma preferirebbe l’autunno per assicurare una maggiore partecipazione alle urne.

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