sabato 7 aprile 2018

L’Aquila, 9 anni fa. E non ci arrendiamo

Stefania Pezzopane @stefaniapezzopa · 5 aprile 2018

Nel centro storico ci sono oltre 100 gru a testimoniare la rinascita e la rigenerazione di una bellissima ed indomita città

Quando si avvicina il 6 aprile noi aquilani ci trasformiamo, è come una metamorfosi che ci riporta a quel momento, a quell’urlo dell’orco che distrusse quelle 309 vite e che lacerò in maniera indelebile le nostre vite. Attraversare questa notte le strade buie della città e ricordare in migliaia quegli amici, fratelli, figli, madri costituisce un momento irrinunciabile.
Sono trascorsi nove anni e quei volti innocenti sono lì a marcare una distanza tra il prima ed il dopo. Nove anni a combattere contro l’indifferenza, l’ostilità, la mancanza di risorse e di progetti. Nove anni anche di risultati, strappati con le unghie e con i denti, perché quando crolla una città nella sua parte più bella,più antica, più identitaria, lì dove hai vissuto, studiato, amato, lavorato, fatto politica, ti manca tutto e ti manca troppo.
Non mi sono mai arresa, non ci siamo arresi, anche quando sembrava impossibile. E quando a Report su Rai 3 giorni fa, hanno parlato dell’Aquila, come esempio di resilienza e ricostruzione positiva, ho provato orgoglio di far parte di una comunità che certo non è immune da errori, ma che ha lavorato in particolare con i governi Renzi e Gentiloni per creare e realizzare le cose che in quella trasmissione sono state attribuite ad un miracolo.
Nessun miracolo: la nuova Università Gssi, gli accordi di programma per ampliare e rafforzare gli stabilimenti Thales Space e Dompe’ sono solo alcuni virtuosi esempi frutto di un lavoro incessante, fatto da una buona politica, da ottimi imprenditori e straordinari scienziati che hanno fatto della ricostruzione una questione nazionale. Nel 2013 erano finite le risorse ed era tutto bloccato e il governo Renzi mise 6 miliardi per i centri storici. Non c’erano risorse per lo sviluppo e ci siamo inventati il 4 per cento, il Gssi, gli accordi industriali, il progetto Fare centro per ripopolare con le piccole attività commerciali ed artigianali strade e piazze della città e dei borghi.
Abbiamo creduto nei giovani assumendo con concorso e selezioni centinaia di addetti alla ricostruzione, ora prorogati ed in parte in attesa di stabilizzazioni; portato la sperimentazione del 5g per una città moderna ed innovativa; stanziato le somme per la ricostruzione delle scuole, modificato le ingiuste norme che prevedevano la ricostruzione solo della prima casa; superato tanti ostacoli risalenti alle prime ordinanze e normative. Proprio in questi giorni è esploso un problema gravissimo, frutto degli errori del Governo Berlusconi, reiterati dal governo Monti e ancora non risolti.
Nel 2009 combattemmo per far sospendere le tasse e per una restituzione in tempi e percentuali adeguate alle necessità di un territorio colpito a morte. Il governo Berlusconi non trattò adeguatamente con la Commissione Europea e in questi giorni arriva dall’Agenzia delle entrate la richiesta di rapida restituzione delle tasse sospese alle imprese piccole e grandi. Impossibile adempiere. Serve uno sforzo ulteriore di questo governo per bloccare la procedura e riaprire la trattativa. Stanotte rivivrà il dolore con le fiaccole del ricordo, il 16 a L’Aquila manifesteremo perché l’Europa sia giusta nei nostri confronti. Chiediamo al Presidente Gentiloni di intervenire e di sostenerci.
Nel centro storico ci sono oltre 100 gru a testimoniare la rinascita e la rigenerazione di una bellissima ed indomita città. Avremo bisogno ancora dello Stato, del Governo e del Parlamento e so che il Pd sarà sempre dalla parte di chi vive, resiste e combatte. Così come solo con i nostri governi si è iniziata la vera prevenzione, con il sisma bonus e Casa Italia da rafforzare e rilanciare, con i 10 miliardi per le scuole antisismiche e speriamo a breve con il fascicolo del fabbricato. Serve una legge organica che dia subito ordinati strumenti per affrontare emergenze e ricostruzione. Ci lavoreremo ancora anche dall’opposizione. Nel 2019 conteremo 10 anni e L’Aquila e l’Italia meritano la soddisfazione di una ricostruzione inarrestabile.

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