lunedì 15 gennaio 2018

Moltiplica e mistifica: il secondo report PD sulla disinformazione in Rete

Il secondo numero dell’osservatorio periodico del Partito democratico sull’industria delle false notizie (fake news) sul web

Con la pubblicazione del secondo report sulle fake news, continua il lavoro del Partito Democratico per portare all’attenzione dell’opinione pubblica le dinamiche che, sul web, portano alla creazione e alla diffusione programmata di contenuti falsi, ingannevoli, manipolati e propagandistici.
I dati contenuti nel primo report – si legge in questo secondo numero- erano solo la punta dell’iceberg di un complesso network di disinformazione  che appare mirato a diffondere un sentimento generale di sfiducia e disorientamento.

Ovviamente le fake news non interessano solo l’ambito politico, ma quello politico risulta essere un universo particolarmente interessante da analizzare, perché riguarda dinamiche – come spiega il report numero due – finalizzate non al profitto economico, ma, come suggerisce l’attività delle pagine prese in esame, dedite al condizionamento dell’opinione pubblica. Un fenomeno che interessa pagine che, nel loro insieme, coinvolgono circa 700mila fan.

E’ possibile scaricare il report cliccando QUI


Raddoppia e disinforma: “Il Fatto dal web” e “Siamo rimasti soli”
Il primo caso analizzato nel report riguarda l’attività congiunta di due siti, “Il Fatto dal web” e “Siamo rimasti soli”, dediti prevalentemente alla produzione e diffusione di notizie di carattere politico che risultano false, fuorvianti e ingannevoli.
Un’attività che, nell’analisi effettuata, presenta contenuti riconducibili all’estrema destra e al populismo movimentista, con tutto il bagaglio di parole d’ordine che caratterizzano quest’area: xenofobia al limite del razzismo, attacco alle istituzioni, propaganda antiscientifica (soprattutto antivaccinista), antieuropeismo, nonché espliciti attacchi ai rappresentanti del PD e agli esponenti della sinistra. I due siti – si legge nel report – pubblicano in media circa 20 contenuti al giorno a testa: segno di un’intensa attività di tipo professionale.
Entrambi sono registrati in maniera anonima. Tuttavia, risulta che entrambi i siti sono gestiti dal medesimo account di Google Analytics, codice univoco che identifica l’amministratore di un sito permettendogli di controllarne le performance e le attività. Non solo: “Siamo rimasti soli” e “Il Fatto dal web” – prima che quest’ultimo migrasse, su altro server – sono (nel caso del primo) ed erano (nel secondo) ospitati sullo stesso server che ospita siti ufficiali di una web agency: la Callidus Pro, con sede ad Aqui Terme. La compresenza di questi portali sugli stessi server fa pensare a un progetto organico, avente un’unica regia.

Il “salto di qualità” nelle attività di questi siti avviene nel passaggio tra creazione di articoli con contenuti fuorvianti e imprecisi – quando non volutamente falsi – e la loro diffusione sui social network. Infatti, per comprendere le contemporanee campagne di disinformazione è necessario mettere in luce i legami tra blog e pagine social: un binomio che realizza il progetto di diffusione cross-mediale della disinformazione sfruttando i meccanismi della cosiddetta “filter bubble” e delle “camere dell’eco”.  È proprio su Facebook, infatti, che queste camere dell’eco sfruttano al massimo il loro potere di diffusione di messaggi specificamente orientati.

“Il Fatto dal web”, ad esempio,  è condiviso sistematicamente da una nutrita schiera di pagine Facebook, tra le quali spiccano i casi di “E io pago”, “News in Movimento dal Web” e “Io non voto Matteo Renzi”.

“E io pago” è la pagina Facebook ufficiale del sito “Il Fatto dal web” ed è collegata direttamente a “News in Movimento” attraverso uno scambio esclusivo di like tra le due pagine. Ciò significa che entrambe le pagine hanno messo like soltanto a un’altra pagina a testa: Il Fatto dal Web a News in Movimento e viceversa. Ciò sancisce inequivocabilmente un solido legame reciproco. Oltre a queste pagine Facebook ufficiali, le altre pagine analizzate condividono con costanza lo stesso serbatoio di contenuti. Ad esempio “Io non voto Matteo Renzi” ha pubblicato link relativi a “Il Fatto dal Web” per tre quarti dei post pubblicati a dicembre; la pagina “Italiani Compatti” ha invece condiviso articoli da “Siamo rimasti soli” nell’80% dei contenuti pubblicati.

“E io pago”: propaganda professionale senza fini di lucro
Il collegamento tra “E io pago” (292K like) e “News in movimento dal Web” (pagina non ufficiale di sostegno al M5S da oltre 70K like) è rafforzato da alcuni post di invito pubblicati dalla seconda a seguire la prima. Le due pagine, inoltre, presentano un attivismo anomalo, con 2 post pubblicati all’ora 24 ore su 24.
È fondamentale sottolineare che un attivista o un gestore di pagine a livello amatoriale non può sostenere da solo un ritmo di pubblicazione di questo tipo. Se non sono amatoriali, dunque, le attività delle pagine sono professionali. Chi sostiene i costi di questo attivismo, incapace di autosostenersi tramite i proventi derivanti dal traffico creato? Se non è economica, la motivazione non può che essere politica.
Ecco alcuni dei principali contenuti, carattere politico, condivisi dalle due pagine negli ultimi mesi.
Ma per diventare virali, i contenuti devono essere diffusi da utenti fedeli, attivi sulle pagine. Anche in questo caso, uno studio più approfondito di tutti gli utenti che hanno interagito nell’ultimo mese con entrambe le pagine evidenzia anomalie che fanno immaginare – sostiene il report del PD – un’attività non spontanea. In entrambi i casi, un utente medio ha interagito con la pagina una sola volta in un mese. Eppure, è stata rilevata un’attività dalle 150 alle 400 volte superiori alla norma, riconducibili ad alcuni singoli utenti. Ad esempio, Brambilla Pierluigi, che tra il 13 e il 31 dicembre ha interagito con la pagina oltre 470 volte, Il profilo si presenta con immagine aggiornata al 2013, condivisioni quotidiane e costanti di articoli xenofobi e gallerie di immagini neo-fasciste, e risulta ‘amico’ del profilo Facebook personale del blogger Pierre Cantagallo, un’attivista M5S con un profilo Facebook pubblico da 185k like da cui condivide articoli, immagini, video e amicizie ben inserite nel Movimento.

Altra pagina, stessi contenuti: “Io non voto Matteo Renzi”
La terza pagina analizzata nel report, “Io non voto Matteo Renzi”, con 122K likes ha un numero di fan paragonabile a quello di un esponente di primo piano della politica italiana. Tre vole su quattro, i post pubblicati dalla pagina nel mese di dicembre contengono link ad articoli di “Il fatto dal web”. Il riferimento diretto a Matteo Renzi rafforza ulteriormente l’ipotesi che questo tipo di attività sia indirizzato a influenzare l’opinione pubblica in una direzione ben definita. Ancora una volta, l’analisi dei post pubblicati mostra un’attività di tipo professionale con oltre 1270 post pubblicati solo a dicembre (circa 40 post al giorno!).

Soli ma in buona compagnia: un’altra pagina della famiglia Callidus Pro
L’ultimo portale analizzato nel report  è “Siamo rimasti soli”. Il sito è ospitato sullo stesso server dei siti ufficiali a firma Callidus Pro e amministrato dallo stesso account Google analytics. La pagina Facebook “Italiani compatti”, oltre 252mila like, pur non essendo la pagina Facebook ufficiale del sito, nel mese di dicembre ha condiviso ben 413 volte contenuti provenienti da questo. L’attività della pagina mostra poi un improvviso incremento a partire dal 23 dicembre,  passando da meno di dieci a più di 45 contenuti al giorno: anche in questo caso, siamo di fronte ad attività di tipo professionale. E per l’ennesima volta i contenuti pubblicati da pagina e sito sono riconducibili alle aree politiche dell’estrema destra e del populismo anti-sistema.
L’analisi degli utenti attivi sulla pagina ha inoltre mostrato alcune sorprese: ad esempio, l’utente Ciro Pullo, top influencer della pagina. Con lo stesso nome esistono due profili Facebook  che utilizzano la stessa foto profilo e si sono scambiati l’amicizia. Questi account fasulli non sono solo attivi sulla pagina “italiani compatti”, ma condividono costantemente altre pagine non ufficiali di cui già trattate nel primo report. Ad esempio, la pagina “Virus5stelle” (tristemente nota per aver pubblicato la card fake sulla presenza di esponenti del Pd al funerale di Riina), “Adessobasta” (network internazionale di disinformazione con connessioni dirette con la Lega Nord) e post pubblicati da Daniele Ferrante, personaggio pubblico di area M5S (taggato su Facebook in alcuni post di Luigi Di Maio e del deputato M5S Riccardo Fraccaro, seguito da oltre 3.6k utenti) nonché admin della sopracitata pagina “Virus5stelle” e di altre 4 pagine a sostegno dei pentastellati (“Amici di Beppe Grillo”, “Gli attivisti cambiano il mondo”, “Vogliamo il movimento 5 Stelle al governo”, “Un’Italia senza Renzusconi”.

Le domande
Il report si conclude con una serie di domande ai soggetti chiamati in causa in questa seconda puntata:
1) quale rapporto esiste tra la Callidus Pro e i siti “Il Fatto dal Web” e “Siamo rimasti soli”?
2) Chi sono i responsabili di queste attività? Chi coordina e finanzia l’attività delle redazioni impegnate h24, visto che i siti hanno un guadagno minimo dagli introiti pubblicitari?
3) Chi si nasconde dietro ai profili Facebook sospetti emersi? E quale collegamento tra questi profili fasulli e le pagine non ufficiali già emerse nel report precedente?


Un sistema non immutabile

Quella contro il disordine informativo è, per il Partito Democratico, una battaglia doverosa e possibile, in un sistema che non è affatto immutabile. Valga su tutti un esempio: da quando il PD

ha aperto, con Matteo Renzi, un fronte di discussione sul caos comunicativo in Italia, una delle principali pagine di disinformazione in Italia, la “Adesso basta” citata nel primo report, ha ridotto progressivamente le sue interazioni. Un primo segnale di quale sia la direzione giusta da intraprendere.

Nessun commento: