venerdì 15 dicembre 2017

Igor, il killer di Budrio, catturato in Spagna

Il killer di Budrio arrestato dopo un conflitto a fuoco con la Guardia Civil

E’ finita la latitanza di Igor il russo, che l'1 aprile 2017 uccise a Budrio il barista Davide Fabbri e una settimana dopo la guardia ecologica volontaria Valerio Verri, imbattutosi casualmente insieme all’agente provinciale Marco Ravaglia (gravemente ferito), nella zona di Portomaggiore. Il killer di Budrio è sospettato anche dell’omicidio del metronotte Salvatore Chianese.

Otto mesi di caccia all’uomo, iniziata nelle campagne dell’Emilia Romagna e finita oggi in Spagna. Norbert Feher, vero nome di Igor il russo, è stato fermato a Teruel, cittadina spagnola dell’Aragona, dopo un conflitto a fuoco con gli agenti della Guardia Civil. Nella sparatoria sono morte tre persone, tra cui due uomini della Guardia Civil.

La polizia scientifica italiana – secondo quanto apprende l’ANSA – ha concluso positivamente il riscontro delle impronte digitali rilevate ad Igor il russo e immesse dalla Guardia Civil nella banca dati europea Afis con quelle già in possesso della polizia italiana. Il riscontro ha dato esito largamente positivo, confermando definitivamente che la persona arrestata è proprio quella ricercata per gli omicidi commessi a Budrio (Bologna) e Portomaggiore (Ferrara), avvenuti rispettivamente l'1  e l’8 aprile scorsi.
Una storia finita nel sangue, come del resto era iniziata.
Immediatamente è arrivato il ringraziamento del ministro dell’Interno Marco Minniti “alle autorità spagnole, all’Arma dei carabinieri e il pensiero va alle vittime di Budrio e alle vittime in Spagna”.

La cronistoria della vicenda
E’ l'1 aprile 2017, Norbert Feher, alias Igor il russo, entra di sera nel bar-tabaccheria “Il Gallo” di Riccardina di Budrio (Bologna). Il titolare, Davide Fabbri, affronta il rapinatore, lo disarma, lo colpisce e lo ferisce con la sua stessa arma, ma poi, trascinato nel retrobottega, viene ucciso con una pistola.
Inizia così la fuga di Igor il russo, un passato fatto di alias, reati violenti, periodi in carcere e un ordine di cattura per rapina pendente al momento del delitto.
Una settimana dopo, l’8 aprile, il killer uccide di nuovo: in lui si imbattono la guardia ecologica volontaria Valerio Verri e l’agente provinciale Marco Ravaglia, nella zona di Portomaggiore. Il primo non ha scampo, il secondo rimane gravemente ferito dai colpi di pistola. Braccato per le strade di campagna, l’omicida riesce a far perdere le proprie tracce a Molinella, abbandonando un Fiorino rubato per scappare.
La caccia all’uomo organizzata dai Carabinieri nelle settimane successive è imponente, con centinaia di uomini dei reparti speciali, cani addestrati, mezzi di ultima generazione, segnalazioni continue e irruzioni nei casolari. Tutto vano. Le paludi di Marmorta e Campotto non hanno restituito il ricercato e le ultime tracce certe di una sua presenza risalgono a metà maggio.
Da allora la ricerca sul campo si è gradualmente allentata e le indagini sono proseguite in altri modi, ad esempio vagliando i suoi antichi contatti, nella speranza di una mossa falsa da parte di qualcuno.
Il comitato degli amici di Fabbri ha messo in palio una ricompensa di 50mila euro a chi darà informazioni utili a trovare il latitante vivo, la metà per chi fornirà notizie sul suo cadavere. Un aiuto alle indagini ufficiali, nelle intenzioni dichiarate dall’avvocato Giorgio Bacchelli che assiste gli amici e la vedova della vittima, ma anche un’iniziativa che ha suscitato clamore e che ha attirato nuovi soggetti, come agenzie di investigazione private pronte a mettere in campo le proprie competenze e capacita’.
Il 15 dicembre 2018 la svolta: Igor il russo viene arrestato in Spagna, nella zona di El Ventorillo, al termine di una sparatoria nella quale sono morte tre persone, tra cui due uomini della Guardia Civil.

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