martedì 28 novembre 2017

Primo voto al Dl fiscale collegato alla legge di Bilancio, proposta del Governo sulle pensioni

Il Decreto ora passa alla Camera, mentre il Senato discute la Manovra in cui si intende inserire lo stop all’innalzamento automatico dei requisiti anagrafici per 15 categorie di lavori gravosi

di Alberto Pagani (Deputato PD)

Il 16 novembre il Senato ha approvato il Decreto fiscale, collegato alla legge di Bilancio 2018 (che inizia a breve il suo iter nell’Aula di Palazzo Madama) e ora pervenuto alle Commissioni di Montecitorio. In attesa che i due testi siano discussi dalla Camera, illustro alcuni contenuti di questi provvedimenti inserendoli intanto nel contesto economico, ossia innanzitutto rilevando i dati – forniti dall’Istat – del terzo trimestre 2017, in cui il Pil italiano è aumentato dello 0,5% rispetto al trimestre precedente e dell’1,8% rispetto al terzo trimestre del 2016, l’incremento più alto dal 2009. Un risultato, dunque, che conferma la crescita del Pil 2017 almeno al +1,5%, e segnala che il sistema italiano si è rimesso in moto (anche se per tornare ai livelli pre-recessione c’è ancora della strada da fare). In particolare, riporto con piacere le ottime performance dell’Emilia-Romagna, in cui la produzione industriale è salita del 2,8%, l’export del 6,4% e la disoccupazione è tornata al 6,5%: la nostra Regione, dove il 30% delle imprese hanno rivisto al rialzo gli investimenti (soprattutto per la transizione 4.0), si dimostra un territorio particolarmente dinamico. Sullo scenario nazionale l’aumento del Pil è trainato da industria e manifattura, turismo, servizi.
È in questo contesto che si muovono la legge di Bilancio e il Decreto fiscale, approvato con voto di fiducia e su cui, difficilmente, la Camera rimetterà mano in maniera significativa. Al netto di una novità assai rilevante, qual è l’introduzione dell’equo compenso per i professionisti, tra le cose che voglio segnalare del Dl fiscale c’è senz’altro lo stop alla fatturazione delle bollette ogni 28 giorni per telefonia, pay tv e internet (con l’esclusione delle promozioni non rinnovabili o di durata inferiore al mese). Basta quindi con la “tredicesima” agli operatori (che per gli utenti significava oltre l’8% dei costi l’anno): il mese diventa lo “standard minimo” dei contratti e gli operatori dovranno adeguarsi entro 4 mesi da quando il Decreto sarà approvato definitivamente (in caso di violazione, scatterà l’obbligo di rimborso all’utente). La norma  non vale invece per le bollette di luce e gas perché i costi sono direttamente collegati ai consumi dunque non è rilevante la periodicità, ma appunto il consumo reale.

Per quanto riguarda le coperture, si è optato per l’estensione a partire dal 2000 fino al settembre 2017 di tutte le cartelle Equitalia ancora pendenti: il termine per inviare la domanda di adesione alla maxi-riscossione è il 15 maggio 2018 e non coinvolgerà solo le imposte di competenza statale ma tutte le multe e i tributi locali non pagati.
Altre risorse dovrebbero arrivare da uno sconto fiscale per gli ex residenti all’estero e i lavoratori transfrontalieri, che potranno mettersi in regola sulle somme che non avevano dichiarato versando un forfettario sul valore delle attività al 31 dicembre 2016.

Dal punto di vista dell’impegno di spesa, il Dl fiscale sospende fino alla fine del 2020 le rate dei mutui sulle prime case e sulle attività produttive inagibili o distrutte inserite nelle zone rosse del sisma 2016; aumenta poi la platea degli studenti universitari che potranno fruire della detrazione sugli affitti poiché la possibilità sarà data a tutti i fuori sede a 50 km di distanza da casa (prima la distanza era di 100 km) e a chi vive in zone montane o disagiate, mentre salta il vincolo dell’ubicazione della sede di studio in una provincia diversa dalla propria.

Qualche settimana fa avevo scritto dell’approvazione della legge sulla cannabis terapeutica, per cui il Dl fiscale stanzia 2,3 milioni di euro (visto che i farmaci per le malattie più gravi sono giustamente a carico del Servizio sanitario nazionale), mentre si stabilisce che gli alimenti a fini medici per le persone affette da malattie metaboliche congenite rientrino nella categoria dei prodotti detraibili al 19%. Gli enti non commerciali, oltre a imprese e lavoratori autonomi, potranno usufruire del credito d’imposta per gli investimenti incrementali in pubblicità, e tra gli emendamenti accolti c’è anche la proroga al 30 settembre 2018 della scadenza del prestito ponte che lo Stato ha erogato ad Alitalia, cui vengono destinati altri 300 milioni di euro (attestando così il prestito a 600 milioni di euro). Si stanno infatti valutando le offerte, non ancora convincenti, presentate da alcune compagnie (tra cui Lufthansa e Easy jet) e fondi di investimento, cercando di pervenire a una negoziazione sensata per gli oltre 11mila lavoratori e per la compagnia, al fine di evitarne lo spezzettamento.

Tra le ultime cose, segnalo che sono entrate nel Dl, con emendamenti, alcune misure urgenti che non hanno niente a che fare con risorse o stanziamenti. Per esempio si è stabilito che i genitori non saranno obbligati ad andare a prendere i figli all’uscita delle scuole, una scelta che aveva sollevato molte (e sensate) rimostranze: i minori di 14 anni potranno uscire da soli previa un’autorizzazione delle famiglie, esonerando così istituti e insegnanti dalle responsabilità di vigilanza.
Le scuole, poi, non dovranno più verificare “autonomamente” la regolarità delle vaccinazioni: le misure di semplificazione amministrativa previste a decorrere dall’anno scolastico 2019/2020 (ossia l’invio da parte delle Asl agli istituti scolastici dei dati sugli adempimenti vaccinali degli studenti) troveranno applicazione già nell’anno in corso laddove possibile e comunque obbligatoriamente dal prossimo.
Il reato di stalking non sarà più estinguibile solo con una pena pecuniaria, anche se l’imputato abbia riparato mediante risarcimento a un danno arrecato, ma si dovrà sempre pervenire al dibattimento.
Le sigarette elettroniche potranno poi essere vendute solo nelle tabaccherie, per contrastare l’evasione soprattutto perpetuata sul web, e per tutelare la salute dei cittadini.
Resta poi, come da testo originario del Governo, il “golden power” per i settori strategici del Paese, al fine di difenderli da “scalate” straniere ostili. Si sancisce che, per i settori come le telecomunicazioni o ad alta intensità tecnologica ma anche molto delicati per la sicurezza nazionale e l’ordine pubblico (aziende che si muovono nel campo della tecnologia nucleare, spaziale, dell’intelligenza artificiale, nell’infrastruttura finanziaria), una volta superata una certa soglia di acquisizione della società quotata (al 10%, 20% o 25%) siano richiesti chiarimenti, intenzioni e obiettivi pianificati dall’acquirente. La dichiarazione, sotto responsabilità diretta di chi intende acquisire, deve illustrare le mosse successive e spiegare se è volta a influenzare la gestione. La dichiarazione, da inviare alla Consob, può essere considerata “ostile” e di conseguenza l’acquisizione può essere monitorata o fermata.

L'emendamento del Governo sulle pensioniPer quanto riguarda la legge di Bilancio, invece, mi limito a illustrare l’emendamento del Governo in tema di pensioni, primo esito del confronto con i sindacati: la proposta finale dell’Esecutivo non ha trovato l’accordo di tutti e la CGIL si è ritenuta insoddisfatta poiché il suo obiettivo è lo stop totale dell’innalzamento dell’età pensionabile nel 2019, quando si andrà in pensione a 67 anni e non più 66 e 7 mesi. Un obiettivo, però, difficilmente perseguibile in maniera netta.
Intanto proviamo a correggere le storture più evidenti delle precedenti riforme pensionistiche, come abbiamo fatto in questi anni (e a titolo di esempio cito le sette salvaguardie per gli esodati): pertanto, anche in questo caso, il Governo ha cercato una mediazione presentando una misura, che si intende far entrare nella Bilancio, per tutelare i lavoratori che svolgono impieghi gravosi e impedire che, anche per loro, aumentino i requisiti di vecchiaia e anzianità. La logica è che ci sono lavori più faticosi di altri e che siano questi a dover essere primariamente presi in considerazione: nel rispetto del principio dell’adeguamento dell’età pensionabile alla speranza di vita, non tutte le occupazioni hanno infatti lo stesso livello di gravosità, dunque si è pensato intanto di differenziare l’accesso al ritiro.
A me pare, chiaramente, un passo in avanti.

Le 15 macro-categorie individuate come gravose sono: i marittimi, le maestre del nido e della materna, i camionisti, gli infermieri e le ostetriche che fanno turni notturni, le badanti, gli addetti alle pulizie e alla raccolta dei rifiuti, gli stampatori a caldo, i conciatori di pelle, i macchinisti ferroviari, gli operai siderurgici, i braccianti agricoli, i gruisti, i muratori, i facchini, i pescatori d’alto mare.

Secondo le stime del ministero del Lavoro sarebbero quasi 15mila le persone esentate, nel 2019, dall’innalzamento dei requisiti di età. Per queste categorie si prevede infatti l’immediata esenzione dell’aumento anagrafico per la pensione di vecchiaia e del requisito contributivo per il ritiro (che quindi resterà a 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e a 41 anni e 10 mesi per le donne). Lo “sconto” di 5 mesi, rispetto agli altri lavoratori,  resterà permanente anche in futuro. 11 di queste categorie sono quelle individuate, lo scorso anno, per l’accesso all’Ape sociale (l’anticipo pensionistico a carico dello Stato), mentre altre 4 sono state aggiunte a seguito della negoziazione.

Il Governo ha poi sancito l’istituzione della Commissione tecnica sulle aspettative di vita in base alle mansioni svolte, cui parteciperanno attivamente parte le parti sociali, che sarà messa in piedi dopo l’approvazione definitiva della legge di Bilancio: finalità è  studiare la gravosità delle occupazioni, in relazione all’età anagrafica e alle condizioni soggettive dei lavoratori, per una corretta analisi della spesa pensionistica rispetto a quella assistenziale e per ridefinire semmai la platea dei lavori più pesanti.

La Commissione dovrà redigere una relazione entro l’ottobre 2018: dai dati che emergeranno si potranno fare ulteriori riflessioni e trarre nel caso ulteriori soluzioni.

Tornando all’emendamento segnalo che, ai fini dell’esenzione, lo svolgimento di attività gravose deve essere stato portato avanti in almeno 7 dei 10 anni precedenti il pensionamento, mentre per richiedere la pensione di vecchiaia serviranno comunque 30 anni di contributi; per rendere attuativa la misura, entro 1 mese dall’entrata in vigore della legge i ministeri di Economia e Lavoro dovranno emanare un decreto che disciplini le modalità per l’esonero.

Dal 2021, il meccanismo dell’innalzamento automatico ripartirà poi con due impegni: se l’aspettativa di vita calerà, anche i requisiti per il pensionamento si abbasseranno; gli “scalini” futuri, in ogni caso, non potranno superare i 3 mesi (in questo caso il gradino è invece di 5 mesi).

Oltre a questo, sul fronte pensionistico è intanto confermato l’allargamento dei requisiti di accesso all’Ape sociale per le lavoratrici con figli, ovvero il bonus contributivo di 6 mesi di anticipo pensionistico per ogni figlio, fino a un massimo di due anni, previsto già nel testo-base della Manovra; ulteriori modifiche all’Ape saranno affrontate invece a Montecitorio.

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Per ora, della legge di Bilancio non scrivo altro, e ricordo solo che le misure principali – ovvero quelle in cui verranno impegnate più risorse – restano la decontribuzione triennale per gli under 35, le risorse per il rinnovo del contratto del pubblico impiego, gli stanziamenti per Industria 4.0.
Ma ricordo anche che la manovra di Bilancio dello scorso anno aveva impegnato 7 miliardi di euro in tre anni per il finanziamento di misure in favore dei pensionati (lo scorso anno abbiamo deliberato l’estensione della quattordicesima a 1 milione e 200mila pensionati che non la percepivano e l’innalzamento della no tax area) e a sostegno della flessibilità in uscita (l’introduzione dell’Ape, volontaria o sociale): scelte che quindi vengono confermate e ampliate.

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