mercoledì 15 novembre 2017

Chi è Fabrizio La Gaipa, il candidato M5S arrestato per estorsione

La Gaipa, dopo la batosta subita alle regionali, arrivando primo dei non eletti, si stava già preparando alla candidatura delle elezioni politiche

“Sono un imprenditore turistico di seconda generazione, con un passato da giornalista e scrittore”. Ecco come si presentava Fabrizio La Gaipa, l’imprenditore agrigentino di 42 anni arrestato per estorsione, sulla piattaforma Rousseau del M5S.
La Gaipa era candidato alle regionali nella provincia di Agrigento dove ha fatto un comizio alla presenza di Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista e Giancarlo Cancelleri. La Gaipa, grazie al suo lavoro, è molto conosciuto ad Agrigento, dove ha ricoperto anche la carica di Presidente del consorzio turistico ‘Valle dei Templi’, incarico che ha abbandonato dopo l’annuncio della sua candidatura alle regionali per il M5S.

“Nutro una passione profonda, consolidata nel nostro territorio, per l’arte antica – recita ancora sul suo curriculum sulla piattaforma Rousseau- Recentemente mi sono impegnato in iniziative culturali innovative legate all’archeologia come l’apertura ad Agrigento dell’Hotel Costazzurra Museum Spa, primo archeo-hotel del mondo, eventi culinari legati alle tradizioni gastronomiche dell’antichità e persino la riscoperta di trattamenti e rituali estetici del passato quali il massaggio con lo strigile”.
Ad Agrigento qualcuno dice che La Gaipa, dopo la batosta subita alle regionali, arrivando primo dei non eletti con 4.357 voti, si stava già preparando alla candidatura per le elezioni politiche. Ma la storia ha preso un’altra piega.
Al centro dell’indagine che lo coinvolge le discordanze tra i compensi dichiarati sulla busta paga e le retribuzioni effettivamente consegnate ai dipendenti. Le verifiche della squadra mobile di Agrigento si sono proprio concentrate sui contratti di lavoro che legavano la società gestita da Fabrizio La Gaipa e il fratello Salvatore, ed il personale in servizio all’Hotel Costa Azzurra, l’albergo di San Leone, frazione balneare di Agrigento, finito al centro dell’inchiesta che ha portato all’arresto dello stesso La Gaipa. L’inchiesta era partita proprio dopo la denuncia di due suoi dipendenti.
Nelle scorse settimane La Gaipa, sarebbe stato raggiunto da un avviso di garanzia. Ieri sera l’arresto per estorsione mentre per il fratello Salvatore la Procura ha disposto il divieto di dimora ad Agrigento.

Immediate le reazione della politica. La deputata PD Titti Di Salvo ricorda che oggi arriva in Aula la proposta di legge per la tracciabilità delle retribuzioni proprio per prevenire questi tipi di abuso, gli stessi contestati al candidato pentastellato.

Stefano Esposito, senatore PD invece commenta su Twitter  
Arrestato candidato #m5s in Sicilia. Anche per lui vale il garantismo che applico a chiunque. Chissà se @luigidimaio e @ale_dibattista diranno una cosa intelligente? @LaStampa https://t.co/Jtv3C38xZz
    — Stefano Esposito (@stefanoesposito) November 14, 2017

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L’inchiesta sul caso La Gaipa, il candidato M5s in Sicilia arrestato per estorsione, sta facendo emergere uno scenario che incastra pesantemente il partito di Grillo: i vertici M5s sapevano da mesi dei metodi di sfruttamento del lavoro utilizzati dall’imprenditore di Agrigento, eppure lo hanno candidato lo stesso e se fosse stato eletto oggi siederebbe in Assemblea regionale. Erano stati informati con email e file audio.
Siamo di fronte, peraltro, all’ennesima faida giudiziaria targata M5s, perché il dipendente che ha denunciato l’estorsione è anche lui un militante M5s.  Un caso che rischia di far impallidire il processo firme false di Palermo.
Luigi Di Maio, da Washington con al fianco l’ambasciatore italiano Armando Varricchio, ha dichiarato, annunciando la sospensione di La Gaipa dal partito: ‘Noi abbiamo agito subito’. Ma i giornali parlano di email inviate allo staff di Grillo già a luglio con la denuncia dei metodi di La Gaipa, denuncia corredata da file audio di registrazioni. Di Maio, invece, è intervenuto solo dopo che La Gaipa è stato arrestato.
Altro che ‘agiamo subito’. Sapevano che La Gaipa sfruttava i lavoratori, ma lo hanno candidato lo stesso. Di tutto questo, però, non si è parlato a Washington per la visita di Di Maio: forse né lui né l’ambasciatore hanno ricevuto la rassegna stampa italiana.

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