martedì 31 ottobre 2017

Dopo la sentenza della Cassazione, il PD presenta un emendamento per cambiare la legge. Per uscire da scuola senza accompagnatore basterà l’autorizzazione scritta dei genitori

"Alunni delle scuole medie accompagnati", emendamenti bipartisan per cambiare la legge

Il PD ha presentato un emendamento per l'abrogazione della norma a tutela dei minori che porta con sé anche l'obbligo di accompagnare e riprendere a scuola i ragazzini con meno di 14 anni. "Il governo ha spinto perché il PD presentasse emendamento per risolvere la questione velocemente", così la ministra Fedeli

Numerosi e bipartisan gli emendamenti sulla questione dell'uscita da scuola degli alunni della scuola media, la domanda che divide famiglie, presidi e ministro dell'Istruzione, se devono essere accompagnati o meno da un "grande".
Il PD ha presentato un emendamento al decreto fiscale all'esame della commissione Bilancio del Senato. In particolare, una proposta che ha per primo firmatari i senatori PD Andrea Marcucci e Francesca Puglisi, prevede che i genitori possano autorizzare l'uscita in autonomia degli under 14 dai locali scolastici al termine dell'orario delle lezioni "esonerando il personale scolastico dalla responsabilità connessa all'adempimento dell'obbligo di vigilanza".

La vicenda che da giorni infiamma il dibattito delle famiglie è scoppiata all'indomani di una lettera-appello per la liberalizzazione del percorso casa-scuola inviata al Parlamento e al governo scritta da alcuni dirigenti scolastici, tra cui Rosa Maria Lauricella, preside dell'Istituto comprensivo Giovan Battista Valente di Roma. Una richiesta, quella dei dirigenti scolastici, che nasceva dopo una sentenza della Cassazione che aveva condannato preside e docente per non aver affidato a un adulto un ragazzino che quindici anni fa morì investito da uno scuolabus.
Giovedì scorso, però, la ministra per l'Istruzione Valeria Fedeli aveva in un primo tempo chiuso le porte. "I ragazzini di 14 anni vanno protetti in base a una legge per la tutela dei minori. La legge in vigore va rispettata, non si transige sull'obbligo di presenza di un familiare all'ingresso e all'uscita di scuola", così la ministra, che aveva aggiunto: "L'autonomia è importante ma si può sperimentare anche di pomeriggio. E se i genitori non possono, vadano i nonni fuori scuola, è così piacevole per noi nonni farlo...".
Dopo le sue parole, le prime ad insorgere sono state le famiglie, supportate da pareri di psicologi ed educatori. Così, per agevolare i ragazzini "indipendenti", era intervenuta la responsabile Scuola del PD, Simona Malpezzi: "Comprendiamo - ha detto - le preoccupazioni della ministra: la sentenza della Corte di Cassazione di Firenze ha aperto una questione delicata rispetto al tema dell'uscita da scuola dei ragazzi delle medie. Tuttavia, crediamo sia necessario trovare una soluzione che consenta ai genitori di scegliere se far tornare o meno i figli da soli a casa e che liberi i dirigenti scolastici da ogni responsabilità". E aveva annunciato una proposta di legge più "libertaria". Con lei anche il segretario PD, Matteo Renzi.
Anche la ministra aveva poi riconosciuto l'esigenza di "venire incontro alle esigenze delle famiglie" e oggi ha decisamente aggiustato il tiro: "Abbiamo spinto noi perché fosse presentato l'emendamento per risolvere velocemente la questione di far scegliere le famiglie l'entrata e l'uscita in autonoma dei loro figli under 14", così la responsabile dell'Istruzione interpellata dai cronisti in Senato.




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