martedì 26 settembre 2017

“Forse facciamo il miracolo”. Intervista a Ettore Rosato sulla legge elettorale

Democratica, 26 settembre 2017

Inizia la discussione alla Camera sul nuovo testo presentato dal PD

“Forse riusciamo a fare un miracolo”, dice il capogruppo del PD alla Camera Ettore Rosato a proposito della discussione sulla nuova legge elettorale che inizia oggi. Un miracolo? “Sì, perché in un Parlamento dove è molto chiara la presenza di una maggioranza trasversale a favore del proporzionale è possibile che il PD riesca ad ottenere una legge di impianto maggioritario. Una legge, tra l’altro, che sia in grado di rispettare la nostra tradizione e la nostra vocazione.

Quali sono i criteri di funzionamento del cosiddetto Rosatellum bis?
Si tratta di una legge semplice e comprensibile, che permette ai cittadini con una sola “X ” sia di scegliere il proprio candidato nel collegio uninominale sia di determinare la distribuzione dei seggi nella quota proporzionale.

Dunque favorisce le coalizioni?
Sì, anche con questa proposta di legge il Partito Democratico esprime l’ambizione di ricostruire un’alleanza di centrosinistra che possa dare al paese un governo solido e duraturo dichiarando ai cittadini i propri programmi prima del voto. Perché è del tutto evidente che in una situazione frammentata e nello stesso tempo tripolare senza una quota di maggioritario è difficile pensare che all’Italia possa essere garantita la governabilità necessaria.

Coalizioni a ogni costo, malgrado i tanti fallimenti che ha segnato la storia politica degli ultimi 20 anni?
E’ vero, i governi di centrodestra e centrosinistra sono sempre caduti sulla rottura delle coalizioni. Per questo dovremo essere molto prudenti nel costruire la prossima alleanza di governo, con quei partiti e movimenti della società civile con cui condividiamo programmi e progetti per il futuro. Questo sarà il nostro metodo, fondato sulla serietà e sulla responsabilità di fronte agli elettori. Diversamente dalla destra italiana, viene da dire pensando al voto tedesco e prima ancora al voto francese. Né in Francia né in Germania la destra moderata che aderisce al Ppe ha mai pensato di allearsi con la destra radicale e nostalgica dell’autoritarismo, in italia rappresentata oggi da Salvini e Meloni. Spero che questa lezione sia stata finalmente compresa anche in Italia, nonostante il richiamo delle convenienze elettorali.

Perché questo nuovo tentativo sulla legge elettorale?
Il nostro metodo rimane lo stesso: coinvolgere tutto il Parlamento e ottenere il consenso del più ampio numero di forze politiche, perché le regole del gioco si scrivono tutti insieme. D’altra parte noi le abbiamo provate tutte, e non siamo stati protagonisti dei vari fallimenti. Abbiamo cominciato con il Mattarellum e fu Mdp allora a dire di no in Commissione, insieme ai Cinque Stelle. Poi abbiamo provato la prima versione del cosiddetto Rosatellum, che era più maggioritaria, e anche in quel caso Mdp e Cinque Stelle contribuirono a bocciarlo. Poi abbiamo provato con il sistema tedesco e lì dopo un accordo fatto anche con i M5S furono proprio loro ad affossarlo al primo voto segreto in aula. Oggi riproviamo con un metodo inclusivo, ma Cinque Stelle e Mdp dichiarano oggi di volere quel tedesco che hanno bocciato qualche mese fa.

Come risponde alle obiezioni di Mdp che non gradisce la nuova legge?

Questo progetto di legge rappresenta per Mdp l’occasione buona per ottenere finalmente quello che quel partito ha dichiarato di volere: una coalizione di centrosinistra per il governo del paese. Non vedo quindi alcun fondamento sostanziale per la loro contrarietà. Altra faccenda è se invece puntano a correre in beata solitudine, come stanno facendo in Sicilia, con l’unico obiettivo di far perdere il centrosinistra. Se così stanno le cose lo dicano apertamente, senza giustificarsi con tecnicismi del tutto incomprensibili.

E cosa possiamo attenderci dai Cinque Stelle?

Difficile dirlo, anche perché i Cinque Stelle si stanno rivelando non solo privi di principi (e questo lo sapevamo) ma persino incapaci di condurre una navigazione parlamentare coerente e in grado di tutelare i loro interessi di partito. Prima hanno affondato il modello tedesco, e ora dicono di volere proprio quello. Abbiamo dato ai Cinque Stelle una grande occasione, e proprio loro l’hanno gettata via. La nostra proposta non va contro nessuno, volendo dare ai cittadini un sistema semplice in grado di facilitare la comprensione di quanto accadrà con il loro voto, ma certo non possiamo chiedere al Parlamento di produrre una legge elettorale che sia tagliata su misura sui cambiamenti di umore di Luigi Di Maio.

Perché abolire le preferenze?

Abbiamo preferito il sistema dei collegi, con i nomi scritti sulla scheda che consentono all’elettore di decidere. E’ lo stesso metodo adottato nel Mattarellum, che rimane la nostra ispirazione fondamentale, ed è quanto accade nei grandi paesi europei come Francia, Spagna e Germania.

Cosa c’è da attendersi oggi e nei prossimi giorni?
Oggi in Commissione Affari Costituzionali alla Camera è prevista l’approvazione del testo base, dopo di che (alle ore 18) la conferenza dei capigruppo deciderà il calendario della discussione parlamentare: è probabile che il progetto arrivi in aula entro i primi dieci giorni di ottobre. Non è  accettabile che il Parlamento italiano rinunci a scrivere una nuove legge elettorale, almeno per quanto ci riguarda. Esiste un partito del “Meglio non fare niente”, al quale non ci iscriviamo e che intendiamo combattere in aula. Il percorso è complicato, ma il Partito Democratico ce la sta mettendo tutta.

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