sabato 2 settembre 2017

Di unità, di Congressi e di altre cose da tenere a mente

Paolo Calvano, Segretario regionale PD Emilia-Romagna

Al nostro partito, mai come ora serve unità. Unità, ripeto. Non unanimismo (magari - anche peggio - di facciata) su qualcosa o su qualcuno. Ma semplicemente unità. Perché e' solo mettendola in pratica tutti i giorni che possiamo dimostrare la nostra credibilità ai cittadini, è l'unico modo per far sì che le persone abbiano fiducia in noi. Unità non significa necessariamente candidature uniche nei Congressi o in altre contese, significa rispettarsi, riconoscersi reciprocamente e impegnarsi per migliorare le cose nella consapevolezza che gli avversari sono altri, si chiamano populismo, neofascimo, razzismo, disuguaglianza e non certo compagni di partito. Ricordiamocelo sempre. Perché dobbiamo imparare che quando ci confrontiamo, ed è giusto farlo nei Congressi o nelle Primarie, qualcuno vince ma poi c'è chi arriva secondo, chi terzo e così via, non ci sono sconfitti. Compito di chi vince è tenere insieme gli altri, senza considerarli avversari battuti. Compito di chi arriva secondo è lavorare con chi ha vinto. Se questo succede siamo un partito. Se ci dividiamo, se non siamo in grado di coinvolgere chi condivide con noi valori e idee per il futuro delle nostre città e del Paese, non solo ci consegniamo alla sconfitta ma rischiamo di mettere a repentaglio tante battaglie fatte e vinte dal centrosininistra in questi anni. Non scordiamocelo mai.
Conservo un bellissimo ricordo del giorno in cui, per la prima volta, ho ricoperto un incarico nel PD. È stato un momento di gioia, di soddisfazione, di crescita personale, perché finalmente avevo la possibilità di mettermi alla prova, di lottare in prima persona per le idee mie e della squadra di cui facevo parte. Ma ho subito compreso, e gli anni di esperienza me lo hanno confermato, la responsabilità che si porta dietro tutto questo. Da quel momento infatti tutto quello che si dice, si scrive e si fa, ha ricadute non solo su se stessi, ma soprattutto su chi si rappresenta, sul PD. Gli errori, le scivolate dei singoli, diventano sbagli del partito che rappresenti. Credo che sia doveroso tenerlo sempre ben impresso nella mente.
Il dibattito tra di noi ci deve essere ma deve essere educato, rispettoso, altrimenti facciamo scemare la nostra credibilità. Basta girare le nostre Feste per capire che volontari, iscritti ed elettori ci chiedono questo. E ci chiedono di rappresentare il pd con altrettanta serietà, di non litigare sempre tra di noi e di essere più uniti.
Non aspettiamo che siano loro a ricordarcelo. Non si meritano questo. Teniamo sempre a mente quello che conta per essere il PD. E poi facciamolo. Sempre.

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