Amleto Rossini, nato a Lavezzola nel 1922, è stato antifascista e partigiano combattente. Impegnato politicamente nelle file del Partito Comunista Italiano, ha svolto, nel dopoguerra, un intenso lavoro sindacale, che avrebbe proseguito e sviluppato durante gli anni ’50 nell’area collinare e montana del faentino, e particolarmente a Casola Valsenio, dove venne inviato dalla Camera Confederale del Lavoro di Ravenna a dirigere la locale Camera del Lavoro
E’ di quegli anni – che vedevano l’acutizzarsi di forti scontri sociali nelle campagne, per affermare migliori condizioni di vita e di lavoro per i braccianti e più vantaggiosi rapporti contrattuali per i mezzadri – la sua elezione nel Consiglio comunale di Casola Valsenio. Nel 1958, esaurita la sua esperienza nel Sindacato, è eletto Sindaco di Casola Valsenio. Incarico che mantiene ininterrottamente fino al 1976. (
foto: 1976, sala consiliare del Municipio di Casola Valsenio: Amleto Rossini - al centro - salutato dal Consiglio comunale al termine del suo mandato di Sindaco. Accanto a lui i consiglieri comunali Domenico Sangiorgi, a sinistra, e Giordano Righini).
A lui ci lega un sentimento di riconoscenza e di sincera ammirazione per il suo impegno politico e amministrativo, in anni duri e difficili. Anche per questo ci ha fatto piacere leggere su
"Resistenza e Libertà", organo dell'ANPI provinciale di Ravenna, un bell'articolo di Ivano Artioli, professore e Presidente dell'ANPI provinciale, che parla proprio di Amleto Rossini e di un episodio che gli capitò durante la guerra, negli anni del suo servizio militare.
Il racconto inizia nel
1942...